D'Alèma, Màssimo

uomo politico italiano (Roma 1949). Militante nel PCI, è diventato nel 1975 segretario della Federazione giovanile comunista (FGCI) e successivamente è entrato a far parte della segreteria nazionale del partito. Deputato dal 1987, è stato direttore, dal 1988 al 1990, del quotidiano l'Unità. Dopo lo scioglimento del PCI (1991) è divenuto membro del coordinamento politico del Partito Democratico della Sinistra, formazione della quale è stato nominato segretario, dopo le dimissioni di A. Occhetto, nel 1994. È stato, insieme ai Verdi e a Lamberto Dini, tra i promotori della coalizione dell'Ulivo, la cui vittoria nelle elezioni del 1996 ha portato alla formazione del governo Prodi. Dopo aver visto confermata la sua leadership nel secondo congresso del PDS e anche nella formazione dei Democratici di Sinistra (DS), movimento che raccoglie le varie “anime” della sinistra, è stato eletto presidente della Commissione bicamerale per le riforme (febbraio 1997). Chiusa negativamente l'esperienza della Commissione bicamerale, nell'ottobre 1998, in seguito alla caduta del governo Prodi per il voto di sfiducia di una parte del Partito della Rifondazione Comunista, D'Alema ha ricevuto l'incarico di formare un nuovo governo e ha assunto la carica di presidente del Consiglio, lasciando la guida dei DS a Walter Veltroni. Nella primavera del 2000, deluso dai risultati elettorali negativi conseguiti dallo schieramento di centro-sinistra in più occasioni (votazioni europee e amministrative del giugno 1999 e, soprattutto, regionali dell'aprile dell'anno successivo), D'Alema ha dato le dimissioni: gli è subentrato Giuliano Amato. Al congresso dei DS del novembre 2001 è stato eletto presidente del partito. Nel 2006, in seguito alla vittoria del centrosinistra alle elezioni legislative, è stato nominato vicepresidente del consiglio e ministro degli esteri. Dal 2007 fa parte del Comitato nazionale per il Partito Democratico. Nel 2010 è stato eletto presidente del COPASIR, l’organo del Parlamento che ha il compito di controllare l’operato dei servizi segreti. Alle elezioni politiche del 2013 D’Alema ha deciso di non candidarsi. Nello stesso anno il suo nome è stato proposto tra i possibili candidati alla presidenza della Repubblica. In seguito all’elezione di Matteo Renzi alla segreteria del Partito Democratico, D’Alema è entrato a far parte della cosiddetta minoranza “dem”, in disaccordo con molte posizioni renziane. Nel 2016, insieme alla minoranza “dem” si è fatto promotore del “No” al referendum costituzionale voluto da Renzi. Nel 2017 D’Alema, insieme al resto della minoranza “dem” è uscito dal Partito Democratico e ha fondato il nuovo partito Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista. Alle politiche del 2018 si è candidato al Senato con Liberi e Uguali, ma non è stato eletto. D'Alema si è impegnato anche nell'ambito della saggistica politica, pubblicando Dialogo su Berlinguer (1994; scritto con Paul Ginsborg), Un Paese normale. La sinistra e il futuro dell'Italia (1995), Progettare il futuro (1996), La grande occasione. L'Italia delle riforme (1997), Kosovo. Gli italiani e la guerra (1999), Oltre la paura (2002), A Mosca l'ultima volta (2004), Il mono nuovo. Riflessioni per il Partito Democratico (2009), Controcorrente. Intervista sulla sinistra ai tempi dell’antipolitica (2013), Non solo euro. Democrazia, lavoro, uguaglianza. Una nuova frontiera per l’Europa (2014).

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