De Robèrtis, Giusèppe

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critico letterario italiano (Matera 1888-Firenze 1963). Collaboratore e, dal 1914 al 1916, direttore de La Voce, fu poi redattore di altre riviste (Pegaso e Pan) e critico letterario del settimanale Tempo. Amico di R. Serra (dei cui Scritti curò l'edizione), insegnò, dal 1938, letteratura italiana all'Università di Firenze. Il suo discorso critico, che rifiuta non solo ogni contenutismo e psicologismo, ma anche l'unità crociana dell'intuizione-espressione, si fonda sulla storia interna del testo (con particolare attenzione allo studio delle varianti), affidandosi alla scoperta dei puri valori formali e stilistici dell'opera d'arte. La critica stilistica di De Robertis, concentrando l'attenzione critica sullo stile come luogo reale in cui si risolve tutta la preistoria morale, letteraria, umana della poesia, si avvicina alla poetica postsimbolista (da Mallarmé a Valéry a Ungaretti) e risale alla lezione poetica e critica di Foscolo e Leopardi, operando la saldatura tra critica dei classici e critica militante. Tra le opere: Saggi (1939), Scrittori del Novecento (1940), Studi (1944), Saggio su Leopardi (1944), Primi studi manzoniani (1949), Altro Novecento (1962).

Bibliografia

A. Borlenghi, La critica letteraria dal De Sanctis ad oggi, in Letteratura italiana - Le correnti, vol. I, Milano, 1956; W. Binni, La critica letteraria, in La filosofia contemporanea in Italia, Roma, 1960; O. Macrì, La mente di De Robertis, in “Letteratura”, n. 69-71, maggio-ottobre 1964; M. Bruscia, Alle origini del saper leggere. Giuseppe De Robertis dalla “Voce” ai primi scritti leopardiani, Bologna, 1978.

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