Dickinson, Emily

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poetessa statunitense (Amherst, Massachusetts, 1830-1886). La Dickinson è una delle voci poetiche di maggior risalto di tutta la tradizione americana. Le sue poesie anzi anticipano tecniche e motivi della prima avanguardia novecentesca. Soprattutto, è tipica della Dickinson l'adozione di una tecnica “metafisica”, mirante a costringere l'idea in un'immagine desunta dalla vita quotidiana e a caricare al tempo stesso il concetto di una connotazione emotiva, sin quasi a raggiungere un'unione di pensiero e senso. In vita la Dickinson pubblicò soltanto poche poesie, anonime, tra cui una nel 1878 in un'antologia curata da Helen Hunt Jackson. Tra il 1890 e il 1896 apparvero postumi tre volumi di Poems, curati da Thomas W. Higginson e Mabel Loomis Todd. Ma soltanto a cominciare dal secondo decennio del Novecento ebbe inizio quella rivalutazione che avrebbe indotto i critici a considerarla con W. Whitman la più significativa voce poetica dell'Ottocento americano. La bibliografia italiana della scrittrice si è arricchita con le Lettere 1845-1886, curate (1982) da B. Lanati, e la raccolta di poesie (140 in tutto) Le stanze d'alabastro (1983).

Bibliografia

Th. H. Johnson, Emily Dickinson, Cambridge (Massachusetts), 1955; Ch. Anderson, Stairway to Surprise, New York, 1960; B. Tedeschini Lalli, Emily Dickinson: prospettive critiche, Firenze, 1963; P. Longsworth, Emily Dickinson, Ithaka, 1965; W. Philip, Emily Dickinson: the Solitary Poetess, New York, 1984.

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