Duras, Marguerite

pseudonimo della scrittrice e cineasta francese Marguerite Donnadieu (Già Dinh, Saigon, 1914-Parigi 1996). Trasferitasi a 18 anni a Parigi, militante comunista, ha esordito nel romanzo sulle tracce di Hemingway: da Un barrage contre le Pacifique (1950; Una diga sul Pacifico) fu tratto un film di R. Clément. Si è poi accostata ai modi del nouveau roman: L'après-midi de M. Andesmas (1962; Il pomeriggio del signor Andesmas), L'amante anglaise (1967; L'amante inglese), Détruire, dit-elle (1969; Distruggere, lei disse; trasposto da lei stessa sullo schermo nel 1970). Nel 1984 ha vinto il premio Goncourt col romanzo L'amant (1984; L'amante), dal quale è stato anche ricavato un film. Ha quindi pubblicato, sempre nell'ambito della narrativa, La douleur (1985; Il dolore), Les yeux bleus, cheveux noirs (1986; Occhi blu, capelli neri), La vie matérielle (1987; La vita materiale), Emily L. (1987) e La pluie d'été (1990; La pioggia d'estate). Dopo aver collaborato a varie sceneggiature per film altrui (dialoghi di Hiroshima, mon amour del 1959), ha esordito nella regia con La musica (1966), procedendo poi in un cinema controcorrente (Jaune le soleil, 1971; Baxter, Véra Baxter, 1976; ecc.), fino allo scarnificato dialogo “progettuale” di Le camion (1977; Il camion). Nel 1984 ha diretto il lungometraggio Les enfants (I bambini). Tra le ultime sue opere ricordiamo: Yann Andréa Steiner (1992), Écrire (1993; Scrivere) e C’est tout (1995; È tutto). Nel 1998 è stata pubblicata una raccolta postuma di appunti, articoli e brani, ritrovati tra le sue cose, che prende il titolo dal suo film L’Homme Atlantique (1981).

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