Escarpit, Robert

sociologo francese (1918-2000). Professore emerito di letteratura inglese e letteratura comparata, per molti anni rettore dell'Università di Bordeaux, Escarpit è considerato il padre della sociologia della letteratura: marxista convinto, rivolse la sua attenzione soprattutto ai diversi modi di fruizione di un testo di narrativa o di poesia, influenzando in maniera determinante tutti gli approcci successivi a questa tematica. Collaborò a diverse imprese editoriali e fu brillante corsivista di Le Monde. Tra i suoi libri, due in particolare hanno segnato una vera e propria epoca nel campo degli studi sociologici sulla letteratura: Sociologie de la letterature (1958; Sociologia della letteratura) e La révolution du livre (1965; La rivoluzione del libro). Escarpit riprende l'idea di J.-P. Sartre secondo cui un libro non esiste finché non viene letto e quindi la letteratura è, e deve essere studiata come, un processo di comunicazione, nel quale entrano a far parte le dinamiche della produzione, della distribuzione e del consumo, non solo privato ma anche sociale, del libro. Tra gli altri scritti di Escarpit, sono degni di nota: L’humour (1963), L’écrit e la communication (1968; trad. it. Scrittura e comunicazione. I meccanismi che sono alla base della produzione di carta stampata, 1976); La faim de lire (1973, con Ronald E. Barker; La fame di leggere); Théorie générale de l’information e de la communication (1976; trad. it. Teoria dell’informazione e della comunicazione, 1979). A due anni dalla morte, già ottantenne, Escarpit non esitò a mettersi a studiare le novità dell'elettronica, soprattutto nei suoi rapporti con la scrittura e la lettura, preconizzando per la letteratura non già la morte per mano di Internet, ma un mutamento radicale.

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