comune in provincia di Ancona (75 km), 325 m s.m., 269,61 km², 30.328 ab. (fabrianesi), patrono: san Giovanni Battista (24 giugno).

Generalità

Città situata sul versante adriatico dell'Appennino Umbro-Marchigiano, nel fondovalle del torrente Giano, affluente del fiume Esino, in posizione di controllo dello sbocco del valico di colle Fossalto che collega Ancona all'Umbria. Il suo nome è indissolubilmente legato alla storia della fabbricazione della carta e della filigrana, in cui la città primeggia, acquistando fama europea, già dal sec. XIII.

Storia

Il territorio fu anticamente abitato dai Picenti, in rapporto con i centri etruschi dell'Umbria. L'attuale città ebbe origine dall'unione di due borghi sorti durante le invasioni barbariche (sec. V-VIII). Libero comune nel sec. XII, raggiunse prosperità e prestigio con lo sviluppo dell'industria cartaria, soprattutto sotto la signoria dei Chiavelli che dominò dal 1378 al 1435, anno in cui la famiglia fu sterminata in una congiura popolare. Sotto il dominio di Francesco Sforza fino al 1444, passò quindi alla diretta dipendenza della Chiesa. Nel 1517 la città fu saccheggiata dalle truppe di Ugo di Moncada e due anni dopo scoppiarono discordie civili sedate solo nel 1534. Ebbe un periodo di decadenza fino alla fine del Settecento, quando l'attività delle cartiere venne ripresa e modernizzata.

Arte

Fabriano conserva nell'antico nucleo tratti dell'originaria struttura urbanistica. Tra le maggiori testimonianze artistiche vi sono il Palazzo del Podestà (1255), la fontana Sturinalto (1285), costruita a imitazione della Fontana Maggiore di Perugia, la chiesa di Santa Lucia, del sec. XIV, e quella di Sant'Agostino, del sec. XIII, ricostruita nel Settecento, con affreschi di scuola fabrianese e riminese. Il duomo, malgrado i rifacimenti compiuti in età barocca, conserva ancora un'abside trecentesca e affreschi di Allegretto Nuzi (ca. 1315-1385), che qui nacque. Ai sec. XIV-XV risalgono il Palazzo Municipale e l'ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, che conserva nel portico affreschi di scuola fabrianese. Il Palazzo Vescovile, eretto nel 1545 ma rimaneggiato nel sec. XVIII, ospita attualmente la pinacoteca civica che raccoglie una ricca documentazione della scuola fabrianese dei sec. XIV-XV. Tra gli altri edifici religiosi: la chiesa di San Benedetto, l'oratorio del Gonfalone (1636), la chiesa dei Santi Biagio e Romualdo, ricostruita in forme barocche nel 1748, la chiesa di San Nicolò, con dipinti del Guercino, di Giacinto Brandi e Giuseppe Malatesta. Rococò è la chiesa del Sacro Cuore. Il pregevole Teatro Gentile, che prende il nome dal pittore Gentile da Fabriano, che qui nacque (ca.1370-1427), fu completato nel 1884. Il patrimonio artistico della città subì notevoli danni nel terremoto del 1997.

Economia

La città è uno dei più attivi centri commerciali e industriali della regione ed è famosa nel mondo, fin dall'epoca medievale, per la fabbricazione della carta e della filigrana. L'economia verte su cartiere, industrie di elettrodomestici con relativo indotto (elettronica, lavorazione della plastica, meccanica), dell'abbigliamento, laterizi e ceramiche. Nell'agricoltura prevale la coltivazione di cereali, ortaggi, frutta e foraggi per l'allevamento di bovini e suini , che è molto diffuso e legato alle aziende di trasformazione. Favorita dalla posizione lungo importanti vie di comunicazione, è al centro di un intenso traffico commerciale.

Curiosità

La città ha dato inoltre i natali all'imprenditore Vittorio Merloni (1933).

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