Gałczyński, Konstanty Ildefons

poeta polacco (Varsavia 1905-1953). Aderì al gruppo letterario Kwadryga (Quadriga) ed esordì nel 1923, diventando presto uno dei protagonisti della letteratura del Novecento. Contrario a qualsiasi ideologia, si servì della satira contro i concetti nazionali e borghesi tradizionali in numerose opere caratterizzate da un'eccezionale ricchezza d'ispirazione e di mezzi espressivi: in esse si fondono la fantasia, il paradosso, il grottesco, elementi del folclore plebeo, immagini tratte dalle tradizioni rinascimentali e barocche. Della sua opera fanno parte anche poesie di ispirazione patriottica, i versi riflessivi di Canti, composizioni d'amore dedicate alla moglie, “miniature” drammatiche basate sull'assurdo (Teatrino L'Oca Verde, 1946-50), i poemi Niobe (1951), Versi lirici (1952) e La fine del mondo (1930). Note sono le sue raccolte La vettura incantata (1948) e Satira, grottesco e scherzo lirico (postuma, 1955).

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