Gelman, Juan

poeta argentino (Buenos Aires 1930- Città del Messico 2014). La drammatica storia del suo Paese si riflette a fondo nell'esistenza di questo scrittore che nel 1975, molto conosciuto già come poeta e pubblicista impegnato politicamente, è stato costretto a fuggire in Europa, essendo stato condannato a morte sia dalla dittatura militare sia dai terroristi montoneros (dai quali si era pubblicamente dissociato, dopo essere stato uno dei fondatori del gruppo, non approvandone i metodi violenti). Solo nel 1988 è potuto rimpatriare (ma suoi parenti stretti e amici scrittori figurano nel tragico elenco dei desaparecidos). Tutto ciò, ovviamente, non poteva non influire sulla sua attività letteraria, specialmente in quella posteriore al 1975, che comprende poesie e prose pubblicate in Spagna e nel Messico: Hechos y relaciones (1980; Fatti e relazioni), Si dulcemente (1980; Se dolcemente), Citas y comentarios (1982; Citazioni e commenti), e Composiciones (1986; Composizioni). In seguito ha pubblicato Lettera a mia madre (1999) e Nel rovescio del mondo (2003). Pur essendo legata alle tempeste e alle passioni dell'esistenza del poeta, la poesia di Gelman è sempre l'alta espressione di una profonda umanità e di un'intima religiosità che sgorga dal profondo del dolore e dell'orrore, toccando persino i vertici di una sorta di misticismo (si vedano in Citas y comentarios le liriche ispirate a San Giovanni della Croce e a Santa Teresa). Spesso Gelman ha firmato i suoi libri con eteronimi (John Wendell, Don Pero, Sidney West e altri), in segno della lacerazione dell'io prodotta dall'esilio. È considerato uno dei maggiori poeti contemporanei e le sue opere sono state tradotte in moltissime lingue. In seguito ha pubblicato Carta a mi madre (1999; Lettera a mia madre). Nel 2006 pubblica Doveri dell'esilio, antologia personale allestita in occasione dell'assegnazione del premio internazionale di poesia civile di Vercelli; nel 2007 esce Valer la pena, raccolta di poesie sulla vita, ma anche sul dolore e sull'amore. Nello stesso anno è stato insignito del Premio Cervantes. Tra le sue ultime opere poetiche si ricordano Valer la pena (2000), País que fue será (2004), Mundar (2007), De atrásalante en su porfía (2009), El emperrado corazón amora (2011), Hoy (2013) e Amaramara, pubblicata postuma nel 2014. Tra le ultime opere in prosa si ricordano invece Miradas (2005), Escritos urgentes (2009), Escritos Urgentes II (2010) e El ciempiés y la araña (2011). Gelman è morto nel 2014 a Città del Messico, dove viveva con la seconda moglie, all'età di 83 anni. Alla sua morte il governo argentino ha proclamato tre giorni di lutto nazionale per onorare la sua opere di scrittore e giornalista, ma soprattutto il suo ruolo di difensore dei diritti unani e civili durante la dittatura militare del Processo di riorganizzazione nazionale.

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