Giùdici, Giovanni

poeta italiano (Le Grazie, La Spezia, 1924-La Spezia 2011). La sua lirica (La vita in versi, 1964; Autobiologia, 1969; O Beatrice, 1972; Il male dei creditori, 1977), ricca di tensione narrativa, rispecchia l'insicurezza e le contraddizioni dell'uomo contemporaneo, oscillando tra il tono ironico e colloquiale e aspre dissonanze di gusto espressionistico. Le raccolte successive, Il ristorante dei morti (1981) e Lume dei tuoi misteri (1984), sono caratterizzate da un progressivo asciugarsi dello stile, mentre si accentuano i toni onirico-meditativi. Sono poi seguiti le sperimentazioni di Salutz (1986), il volume Fortezza (1990) e il volumetto di riflessioni, in prosa, Andare in Cina a piedi (1992). Traduttore dall'inglese, dal russo e dal ceco, nel 1985 pubblicò la raccolta La dama non cercata. Poetica e letteratura, 1968-1984 e nel 1993 l'autoironica silloge lirica Quanto spera di campare Giovanni (1993). Dopo la miscellanea di saggi Per forza e per amore, che raccoglie recensioni, introduzioni e relazioni dedicate sia ad autori italiani sia a scrittori stranieri, soprattutto di area slava, e il volume di versi Empie stelle, caratterizzato da un'accentuata tendenza a un aspro antilirismo, entrambi del 1996, nel 1999 pubblicò la raccolta di poesie Eresia della sera.

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