Gradisca d'Isónzo

Indice

comune in provincia di Gorizia (12 km), 32 m s.m., 10,80 km², 6451 ab. (gradiscani), patrono: santi Pietro e Paolo (29 giugno).

Centro situato sulla riva destra del fiume Isonzo. Dal sec. XI insediamento fortificato, alla fine del Quattrocento entrò nei domini veneziani, divenendo avamposto strategico contro i Turchi (1473). Espugnato da Massimiliano (inizio sec. XVI), cadde sotto il controllo dagli austriaci, cui rimase, nonostante un tentativo di riconquista dei veneziani con la cosiddetta “guerra di Gradisca” (inizio sec. XVII). Congiunto alla Contea di Gorizia nel 1754, fu saccheggiato dagli eserciti napoleonici (1797 e 1805). Ritornò agli austriaci dal 1815 al 1918, quando venne annesso all'Italia. Nell'ottobre 1917, durante la ritirata di Caporetto, fu incendiato. Fino al 1923 si chiamò Gradisca. § Il nucleo antico, in parte ancora cinto dalle mura della fortezza veneziana (sec. XV), conserva il castello, coevo, ed edifici dei sec. XV-XVI, come la chiesa tardogotica dell'Addolorata, rimaneggiata, la loggia dei Mercanti e il palazzo Strassoldo-Pace-De Carnelli-Mistruzzi. Al Seicento risalgono il palazzo del Monte di Pietà, il palazzo Torriani, sede del comune e della Galleria regionale d'arte contemporanea Luigi Spazzapan, e la casa Corona. Settecenteschi sono il palazzo De Fin-Patuna e la facciata del duomo, eretto nel Cinquecento. § L'agricoltura produce cereali, ortaggi e frutta; attivo il comparto florovivaistico. L'industria opera nei settori meccanico, edile, siderurgico, del legno, dei materiali da costruzione e della carpenteria metallica. § È compreso nella zona di produzione vinicola isonzo DOC.

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