Herāt (città)

Indice

Generalità

Città (150.000 ab. nel 1995) dell'Afghanistan, capoluogo della provincia omonima, sul fiume Hari rud, a 922 m sul versante meridionale del Paropámisus. Il suo sviluppo deriva dalla posizione geografica essendo situata all'incrocio di importanti direttrici del traffico tra il centro del Paese, il Turkmenistan (e di lì verso le altre repubbliche dell'ex Unione Sovietica) e l'Iran. Attivo mercato agricolo con industrie alimentari e dei tappeti. Aeroporto.

Arte

Definita “la perla del Khorasan” per la ricchezza del suo patrimonio artistico e per la sua produzione artigianale (di ceramiche, metalli lavorati, tappeti e tessuti) di altissimo livello, Herāt rappresentò uno dei centri più importanti, non solo della cultura iranica in territorio afghano, ma dell'intero Islam. Capitale del gasnavide Mas‘ud, figlio del grande Mahmu'd, Herāt raggiunse il suo maggiore periodo di splendore sotto i Timuridi, che l'adornarono di moschee, minareti, mausolei (in gran parte distrutti) e vi crearono una famosa scuola di pittura, dove lavorò anche il celebre Bihzad, che in seguito passò alla corte safavide. La Grande Moschea, costruita dai Goridi, fu rimaneggiata più volte, tanto da essere irriconoscibile nelle linee generali. I monumenti timuridi, ineguagliati per fasto e fantasia decorativa (si diceva che un palazzo di Shahrukh fosse rivestito di diaspro fatto venire dalla Cina, con incise decorazioni e disegni vari), sono scomparsi per la maggior parte. Rimangono i resti del magnifico mausoleo di Gawhar Sad (nuora di Tamerlano), culminante con una cupola a costoloni, dallo smagliante rivestimento in maioliche turchesi, e della madrasa di Husayn Baiqara, anch'essa ricoperta da mattonelle policrome a disegni floreali. Fu nota come Alessandria degli Arî.

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