Itàlico, Régno

regno formatosi come unità politica indipendente al tempo di Odoacre, corrispondente all'antica diocesi italiciana romana, che comprendeva l'Italia e la Rezia, a N, fino all'odierna Augusta in Baviera. La denominazione comunque si impose solo lentamente. Con i Longobardi l'estensione del regno si restrinse e al centro si costituì lo Stato della Chiesa. Durante l'impero carolingio sorse un Regno Italico come sovranità indipendente, composto di comitati e marche. Carlo Magno, sconfitti i Longobardi, infatti creò il Regno Italico con capitale e governo a Pavia e ne investì il figlio Pipino (781), cui succedette Bernardo (m. 818). Il Regno Italico passò quindi a Lotario, figlio di Ludovico il Pio, che unì la corona imperiale e quella d'Italia. Con la deposizione di Carlo il Grosso (887) si aprì tra i grandi feudatari una serie di contese e, dopo alterne vicende, ebbe la corona Berengario I, duca del Friuli (888-924), col quale si inizia l'età del Regno Italico indipendente. A Berengario si oppose Guido di Spoleto che lo costrinse a ritirarsi nel Friuli e nell'891 fu incoronato imperatore da papa Stefano V. Tre anni dopo scese in Italia, contro Guido e suo figlio Lamberto (m. 898), Arnolfo di Carinzia, che nell'896 ebbe la corona imperiale da papa Formoso: ben presto però abbandonò l'Italia, lasciando i suoi fautori in balia degli Spoletini. Morto Lamberto (898), Berengario I riprese il regno, ma l'invasione degli Ungari, che devastarono l'Italia settentrionale, suscitò una rivolta dei feudatari, che chiamarono in Italia Ludovico di Provenza, incoronandolo re a Pavia nel 900. Berengario I tuttavia riuscì a sconfiggerlo (904), lo accecò e lo rimandò in Provenza e dieci anni dopo ottenne da papa Giovanni X la corona imperiale. La situazione interna del Regno Italico tuttavia non mutò: le grandi famiglie feudali continuarono a tramare insofferenti di ogni autorità, gli Ungari e gli Arabi compirono scorrerie approfittando della debolezza del regno. Nel 924 i grandi elessero re Rodolfo di Borgogna, che sconfisse Berengario, ma non riuscì a imporsi ai feudatari, che nel 926 lo deposero incoronando Ugo di Provenza (926-947). Questi, almeno inizialmente, riuscì a tenere a freno i grandi e a insediarsi a Roma, giungendo ad aspirare all'Impero; ma nel 932 trovò un oppositore nel figliastro Alberico (nato da un precedente matrimonio di sua moglie Marozia), che lo cacciò da Roma. Iniziò così il declino di Ugo, che ebbe un forte rivale in Berengario II marchese d'Ivrea; si ritirò poi in Provenza, lasciando il regno al figlio Lotario, sposato dal 947 con Adelaide di Borgogna. Questi però morì nel 950, vittima, pare, di Berengario II, che prese la corona e imprigionò Adelaide. La vedova di Lotario, liberatasi, chiamò in aiuto Ottone I di Sassonia, re di Germania, che scese in Italia, la sposò e prese a Pavia la corona ferrea d'Italia (951), mentre Berengario II si ritirava a Ivrea. L'anno seguente, nella Dieta d'Augusta, Berengario II giurò fedeltà a Ottone I, ricevendone la corona italica in qualità di vassallo. Associato col figlio Adalberto, Berengario II tentò di sottrarsi al vassallaggio di Ottone, finché questi, invocato dai grandi, venne nuovamente in Italia, vinse Berengario II e Adalberto e cinse la corona reale (961) e quella imperiale (962). Terminava così il Regno Italico indipendente al quale l'anarchia feudale e la mancanza di sovrani di adeguate capacità politiche avevano impedito di assumere strutture unitarie e coerenza politica. Con l'intervento di Ottone I di Sassonia il Regno Italico non cessò di esistere, ma la sua corona fu congiunta in perpetuo con quelle del Regno di Germania e dell'Impero. Un tentativo di far rinascere il Regno Italico indipendente fu compiuto da Arduino d'Ivrea (1002-14) che, alla morte dell'imperatore Ottone III, venne eletto re d'Italia: ma la reazione del nuovo imperatore Enrico II e la scarsa lealtà dei suoi seguaci lo fecero fallire (1014). Arduino si ritirò nel monastero di Fruttuaria e vi morì (1014).

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