Jèlsi

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comune in provincia di Campobasso (23 km), 580 m s.m., 28,50 km², 1917 ab. (jelsesi), patrono: sant’ Andrea (30 novembre).

Centro situato su uno sperone calcareo dominante la valle del torrente Carapello, tributario del fiume Fortore.L'abitato ha un nucleo antico e una parte moderna, lungo una larga strada in salita. Il territorio, come testimoniano numerosi reperti, fu abitato in epoca preromana. Citato come Gibizcam e poi Giptia, fu infeudato dagli Angioini a Bertrando di Belmonte e passò poi alla famiglia Carafa, che lo tenne pressoché ininterrottamente fino alla fine della feudalità. Nel 1805 fu devastato dal terremoto.§ Accanto al cinquecentesco palazzo Carafa sorge l'ex chiesetta della Santissima Annunziata; rifatta nel 1705 su struttura del sec. XI, conserva nella cripta affreschi trecenteschi. Il castello Valiante (fine sec. XVIII) presenta quattro torri angolari cilindriche con feritoie. Nella campagna circostante sono stati ritrovati resti di epoca sannitica.§ All'agricoltura (cereali, ortaggi, tabacco e foraggi) si affianca l'allevamento di bovini da latte. Sono attive piccole aziende alimentari (mulini), edili e meccaniche (serramenti).§ In luglio si svolge la pittoresca Sagra del Grano, con grandi carri allegorici (detti “traglie” dal nome delle slitte sui quali sono allestiti) realizzati con spighe di grano.

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