Jóvine, Francésco

scrittore italiano (Guardialfiera 1902-Roma 1950). Laureato in filosofia e scelta la carriera di direttore didattico, poté dedicarsi alla sua vocazione di scrittore. Esordì con i racconti di Ladro di galline (1930), cui seguì il romanzo Un uomo provvisorio (1934), storia di un provinciale inurbato, ma legato senza scampo alla terra madre. Nel 1942 vide la luce l'opera che impose Jovine all'attenzione della critica: Signora Ava, un vasto affresco della campagna molisana e di un ambiente sociale sprofondato nell'immobilità e nella solitudine, del tutto abbandonato da una classe dirigente incapace di condurre a termine l'unificazione nazionale: una polemica ripresa, in chiave antifascista, nel libro di racconti L'impero in provincia (1945). Col romanzo Tutti i miei peccati (1948), Jovine prelude all'opera sua più matura, Le terre del Sacramento (1950), in cui l'ideologia gramsciana sostituisce la concezione desolatamente pessimistica del Verga e “vede” il Mezzogiorno in movimento verso un'epoca di radicali trasformazioni sociali. Testimonianza dell'impegno umano e politico di Jovine sono gli scritti raccolti in Viaggio nel Molise (postumo, 1967).

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