Lìsia (oratore)

(greco Lysías; latino Lysías), oratore greco (ca. 450-ca. 380 a. C.). Originario di Siracusa, partecipò in Atene alla lotta dei democratici contro i Trenta tiranni e subì l'esilio. Dopo la restaurazione democratica rientrò in Atene, dove esercitò con successo l'attività di logografo. Delle 233 orazioni attribuite dagli antichi a Lisia se ne hanno 34, di cui forse alcune non autentiche. Al genere epidittico appartengono l'Epitaffio, per i caduti nella guerra corinzia, e l'Olimpico, per esortare i Greci alla concordia; le rimanenti sono giudiziarie. La più nota è l'orazione Contro Eratostene, che Lisia scrisse contro uno dei Trenta tiranni per vendicare la morte del fratello Polemarco. Si ricordano anche quella Per l'uccisione di Eratostene, che riguarda un caso di assassinio per adulterio; Per l'invalido, che sostiene una richiesta di pensione; Contro Agorato, che attacca una spia dei Trenta, Contro Diogitone, un tutore disonesto. In esse eccellono le tipiche virtù dell'oratoria lisiana, soprattutto quella che fu chiamata l'ethopoiía, ossia l'adattamento del pensiero e del linguaggio alla condizione sociale del cliente che, secondo l'usanza attica, la pronunciava, e quindi l'efficace pittura del suo carattere e del suo ambiente. Lisia conquistava i giudici con la naturalezza dell'esposizione, con un linguaggio estremamente semplice che riproduceva con eleganza la parlata comune degli Ateniesi. Gli antichi lo considerarono perciò come il modello perfetto di un'oratoria pacata e gli oratori romani atticisti si ispirarono alla semplicità e all'essenzialità del suo stile.

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