Laban, Rudolf

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Biografia

(R. Laban de Varalias, anche R. von Laban). Danzatore, coreografo, maître de ballet e teorico della danza ungherese (Bratislava 1879-Weybridge, Surrey, 1958). Di formazione eclettica, dopo il collegio militare a Wiener Neustadt (1899) studiò arti visive a Monaco e all'Ècole des Beaux-Arts di Parigi. Qui prese lezioni di recitazione e di danza e si avvicinò alle teorie di F. Delsarte. Fin dal 1910 si era dedicato alla sperimentazione di forme coreografiche indipendenti dalla forma e dalla struttura musicale, allo studio degli antichi sistemi di notazione della danza, delle teorie di J.-G. Noverre e di quelle, contemporanee, di È. Jaques-Dalcroze. È del 1912 la presentazione di alcuni brani di Die Erde, primo lavoro coreografico formalmente compiuto. Nel 1913 apre a Monaco l'Atelier für Tanz und Bühnenkunst Rudolf Laban de Varalias. Trascorre gli anni della guerra a Zurigo, dove aderisce alla massoneria e stabilisce numerosi contatti con il movimento dadaista. Al termine del conflitto torna in Germania dove, dal 1919 al 1938, avvia una vastissima opera di diffusione e sviluppo delle proprie teorie sulla danza. Apre e dirige numerose scuole, fonda il primo Istituto Superiore di Studi Coreografici (a Würzburg, 1925, poi trasferito a Berlino, 1927), svolge un'intensa attività di danzatore e coreografo con la Tanzbühne Laban (1921-24) e con la Kammer Tanz-bühne (fondata nel 1925) e come coreografo ospite o maître de ballet in importanti istituzioni e teatri d'opera (Amburgo, 1923-25; Bayreuth, 1930 e 1931; Berlino dal 1930 al 1934). Sostenitore e fautore del ruolo della danza all'interno di ogni comunità umana, promuove la formazione di un gran numero di “cori in movimento” (Bewegungschore), concepiti per interpreti non professionisti ma guidati da artisti professionisti. In quegli stessi anni Laban viaggia e tiene conferenze in tutto il Centro-Europa, è attivo come ricercatore, nel campo del movimento e della notazione del movimento, pubblica numerosi testi di grande valore teorico fra i quali il fondamentale Die Welt des Tänzers (1920) e Choreographie (1926), sulla notazione della danza. Nel 1928 fonda una rivista specializzata, Schrifttanz, e a Essen presenta la prima versione completa del suo sistema di notazione della danza, la Kinetographie Laban. Nel 1934 è nominato responsabile per tutta la Germania delle attività di danza, nell'ambito del Reichstheaterkammer. Ma poi i nazisti prendono a perseguitare il pensiero e le attività di Laban costringendolo a lasciare il Paese. Approdato nel 1938 in Gran Bretagna, Laban si stabilisce in un primo momento a Dartington, dove dal 1933 K. Jooss aveva aperto una sua scuola. Proseguono le sue attività di ricerca nel campo dell'analisi del movimento (di cui un parziale resoconto è contenuto nella prima edizione di Choreutics, del 1939). Negli anni della guerra, in collaborazione con l'imprenditore F. C. Lawrence, pubblica Effort (1941), uno studio sulle applicazioni dei suoi principi al lavoro industriale, ed è consulente di diverse aziende. La possibilità di applicazione al teatro di prosa delle sue teorie sul movimento suscita largo interesse. La sua ex allieva e compagna Lisa Ullmann apre nel 1946, a Manchester, l'Art of Movement Studio, presso il quale Laban può proseguire la propria attività di insegnante. Negli anni Cinquanta le teorie di Laban sul movimento si diffondono rapidamente all'interno delle istituzioni scolastiche del Regno Unito e la modern educational dance entra a far parte dei programmi di molti istituti secondari nonché di numerosi colleges. Due diverse compagnie, lo Young Dancers Group (fondato nel 1948) e il British Dance Theatre (fondato nel 1950), operano in quegli anni dirette da suoi assistenti ma sotto la sua personale supervisione, proseguendo la sperimentazione delle sue teorie sul piano creativo.

Spettacolo: teoria della danza

Influenza riformatrice fondamentale nella storia della danza del Novecento, il pensiero di Laban rappresenta lo spartiacque fra la tradizione europea del balletto – disciplinata dalle regole del linguaggio accademico e fondata sull'uso di un insieme prestabilito, pressoché immutabile, di posizioni e di passi – e il movimento moderno, portatore di un radicale rinnovamento di prospettiva e di una vocazione all'invenzione creativa originale, sia nella forma sia nel linguaggio. Prospettiva e vocazione cui Laban fornì solide basi analitiche grazie alle metodologie di ricerca da lui elaborate, influenzate anche dal pensiero junghiano, e alle sue tecniche di lavoro, fondate sull'uso dell'improvvisazione e volte all'esplorazione di tutte le possibili dimensioni spazio-temporali. Diversamente da altre figure di innovatori, dalla Duncan alla Graham, Laban non solo non rigettò la tradizione classica ma la assunse come imprescindibile presupposto per qualunque ulteriore progresso nell'arte del movimento. All'interno dell'evoluzione del teatro di danza occidentale, la prospettiva labaniana agisce perciò anche come punto di raccordo fra la secolare accumulazione di esperienze, eredità della danza accademica, e la moltiplicazione dei piani di ricerca e sperimentazione introdotta dalla danza libera. Il complesso delle conoscenze relative all'arte del movimento è da Laban definito, con termine greco, coreosofia, e si articola in singole discipline: la coreografia, o scrittura della danza, la coreologia, studio delle leggi grammaticali e sintattiche che governano il linguaggio del movimento, la coreutica, studio delle “forme armoniche” del movimento. In collaborazione con Mary Wigman e con Jooss Laban elaborò anche uno studio dettagliato delle dinamiche e dei ritmi del movimento, cui diede il nome di eucinetica, e un'accurata definizione dei fattori che determinano la specifica qualità dell'impulso ritmico-dinamico: forza (peso), spazio, tempo e flusso. Certo della necessità di dare continuità di documentazione all'arte coreutica, sviluppò un sistema di notazione, la kinetografia (o Labanotation). Convinto dell'esistenza di un'intima relazione fra il movimento dei singoli e il movimento del cosmo, nonché della sua intrinseca, specifica espressività e potenza comunicativa, Laban elaborò diverse metodologie di intervento e di lavoro, con applicazioni in campo terapeutico, industriale, sociale, educativo, oltre che, naturalmente, coreografico e artistico. Del contributo di Laban come coreografo, andato pressoché interamente perduto, si ricordano: Die Sang an die Sonne (1917), Erste epische Tanzfolge (1921, danza corale astratta, eseguita in parte senza accompagnamento musicale), Fausts Erlösung (1922, coro danzato con accompagnamento di un coro recitante), Lichtwende (1923, coro danzato con accompagnamento di musica per percussioni), Gaukelei (1923), Don Juan (1925), Festzug des Handwerkes und der Gewerbe (1929, serie di danze celebranti i diversi mestieri artigiani viennesi), le coreografie per il Bacchanale da Tannhäuser (1921-30), Dornröschen (La bella addormentata nel bosco, 1934, su musiche di Strauss).

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