Laberthonnière, Lucien

filosofo francese (Chazelet 1860-Parigi 1932). Compiuti gli studi ecclesiastici, entrò negli oratoriani seguendo nello stesso tempo la sua vocazione religiosa e i suoi interessi filosofici, estremamente ampi e aperti: dall'insegnamento di Boutroux alla Sorbona trasse lo spunto per la condanna della filosofia cattolica tradizionale di tipo scolastico e tomistico, considerata ancora come inscindibile dalla fede e come l'unica vera. Particolarmente sensibile alla “filosofia dell'azione” di Blondel e di Le Roy e ad altri temi del pensiero contemporaneo, ma reinterpretando nel contempo l'agostinismo, Laberthonnière intese portare la riflessione filosofica e religiosa dall'astrattezza metafisica a una nuova concretezza, non limitata alla ricerca ma volta all'azione e alla realizzazione, al perfezionamento morale e all'impegno dell'uomo nel mondo. A questo scopo egli concentrò la sua attenzione sulla dimensione sociale della vita e divenne uno dei principali esponenti del modernismo. Questo gli valse la condanna da parte del Sant'Uffizio, nonché il divieto di scrivere e di continuare a dirigere gli Annales de philosophie chrétienne, che erano divenuti l'organo del movimento modernista. Di fronte alla condanna Laberthonnière cedette, cessando di scrivere. Tra le opere si ricordano Essais de philosophie réligieuse (1903), Réalisme chrétien et idéalisme grec (1905), Dogme et Théologie (1907-11), Positivisme et catholicisme (1911).

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