Leonfòrte

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comune del Libero Consorzio Comunale di Enna (22 km), 603 m s.m., 84,09 km², 12.679 ab. (leonfortesi), patrono: Madonna del Carmine (16 agosto).

Centro dei monti Erei, situato nel bacino del fiume Dittaino. Fu fondato nel 1610 nelle vicinanze di Tavi, piccolo casale sorto attorno ai ruderi di un castello, dal barone Nicolò Placido Branciforti (che ne ottenne il titolo di principe) secondo un impianto urbanistico regolare.§ Il palazzo Branciforti (1620) è una maestosa costruzione a pianta quadrata, con portale a bugne e sovrastante balcone riccamente ornati. Al sec. XVII risale anche la chiesa del convento dei Cappuccini, che conserva l'Elezione di san Mattia, pregevole dipinto di Pietro Novelli (1640), due statue gaginesche, la lastra tombale di Nicolò Placido Branciforti e il sarcofago marmoreo della moglie Caterina (1635). La Granfonte (sec. XVII) è una monumentale fontana con 24 cannelle sormontate da altrettante piccole arcate. La chiesa matrice di San Giovanni Battista fu iniziata nel Seicento e terminata nel secolo successivo; nella sacrestia è visibile un dipinto attribuito a Giulio Romano.§ Il comune è particolarmente rinomato per la produzione di fave e di pesche tardive, dette “settembrine”; l'agricoltura si basa inoltre sulla coltivazione di cereali, olivi e agrumi. Si pratica l'allevamento bovino e ovino, cui si lega una rinomata produzione di ricotte. È attivo l'artigianato del ricamo. La piccola industria è presente nei settori metallurgico e dei materiali da costruzione.§ Ai primi di ottobre si svolge la Sagra della Pesca. Nelle vicinanze dell'abitato sono visibili i ruderi del castello di Tavi, di probabile origine bizantina.

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