Magnèsia al Meandro

(greco Magnēsía epì Maiándrō). Antica città dell'Asia Minore, nella Caria, sul versante destro della bassa valle del fiume Meandro, presso la confluenza in esso del fiume Leteo. Sottomessa al regno di Lidia, passò ai Persiani nel 530 a. C. Sotto i Romani, fu dichiarata città libera da Silla in premio per la fedeltà dimostrata durante le guerre mitridatiche. § Fu fondata presso il santuario di Artemide Leucofriene; la città precedente, fondata dai Magneti di Tessaglia, era stata distrutta dalle piene del Meandro. Tra la fine del sec. III a. C. e l'inizio del II l'architetto Ermogene ristrutturò organicamente la città secondo una pianta ortogonale orientata da N a S e costruì, sul sito del preesistente santuario, il grande tempio ionico di Artemide Leucofriene. Nell'agorà porticata si trovava il tempio di Zeus Sosipoli, pure dovuto a Ermogene. Tra i pochi resti oggi distinguibili sono quelli di un teatro, di un odèion e di uno stadio rifatti in età romana e l'acquedotto romano. Numerose le sculture ellenistiche (sec. II-I a. C.) e romane (statue onorarie femminili e maschili).

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