Mallet-Joris, Françoise

pseudonimo della scrittrice belga di lingua francese Françoise Lilar (Anversa 1930). Figlia della scrittrice Suzanne Lilar, ha compiuto gli studi superiori negli Stati Uniti e alla Sorbona. Ha esordito nella narrativa con un romanzo scottante, Le rempart des béguines (1951), di sobria scrittura come i successivi: La chambre rouge (1953), Les mensonges (1956), L'empire céleste (1958). Ha rivolto l'attenzione all'indagine introspettiva in Lettre à moi-même (1963), Les signes et les prodiges (1966), La maison de papier (1970), Un chagrin d'amour et d'ailleurs (1981), La tristesse du cerf-volant (1988), Adriana Sposa (1990). Ha pubblicato, inoltre, biografie di personaggi storici: Les personnages (1961), Madame Guyon (1978), oltre alle novelle di Le clin d'œil de l'ange (1983) incentrate sulla presa di coscienza di nuovi valori nei momenti di crisi. Le sue opere, sia che siano retrospettive, come i suoi primi romanzi, sia che abbiano carattere storico come Les larmes (1994; Le lacrime) romanzo d'avventura ambientato all'epoca del duca d'Orléans, o che siano più apertamente autobiografiche, ben rendono le sfumature psicologiche, pur restando ancorate nella realtà quotidiana. Da ricordare ancora Divine (1991), Trois âges de la nuit (1996; Tre età della notte), che comprende tre novelle sulla stregoneria ambientate all'epoca del Rinascimento e La maison dont le chien est fou (1997; La casa il cui cane è pazzo). In quest'ultima opera l'autrice, qui discepola dei simbolisti, sostiene la ricerca dell'anima e il rifiuto delle apparenze, mettendo in scena creature senza innocenza che mescolano amore e odio, verità e menzogna.

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