Mamaia (religione)

culto sincretistico sorto verso il 1828 nelle isole della Società, a opera del profeta indigeno Teau. Il nome è probabilmente connesso con la parola mamoe (pecora) col significato di “gregge” o “comunità” di Dio. Il culto Mamaia rielaborava in forma pagana il cristianesimo adattandolo alle tradizioni indigene e facendone un complesso ideologico strumentale ai fini della liberazione dall'asservimento religioso (autorità dei missionari) e politico ai bianchi (che controllavano le dinastie locali). I profeti del culto si dichiaravano ispirati da Gesù Cristo o da alcuni santi cristiani; ma le loro profezie tendevano alla restaurazione di culti pagani accentrati su un Cristo nominale, nel quale si celava la figura indigena di un dio-eroe culturale di nome Oro. Il culto si esprimeva soprattutto con riti orgiastici ed estatici (possessione collettiva), evocanti una nuova era a venire, contrassegnata da una resurrezione dei morti. La setta Mamaia prese corpo a Tahiti e si diffuse tra le altre isole quando gli adepti più attivi furono esiliati in queste per ordine dei missionari, a cui ubbidivano i re indigeni. Ma anche questi entrarono nell'orbita dei Mamaia. Il culto Mamaia fu eliminato nel 1836, quando il console inglese George Pritchard, pastore protestante, fece bandire dalle isole tutti i missionari cattolici francesi.

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