Martinéngo (città)

Indice

comune in provincia di Bergamo (19 km), 149 m s.m., 21,71 km², 8570 ab. (martinenghesi), patrono: sant’ Agata (5 febbraio).

Centro della Calciana, situato a breve distanza dalla sponda sinistra del fiume Serio. Di origine romana (come dimostrano i reperti tombali ed epigrafici), divenne libero comune nel sec. XIII. Possesso dei Visconti (sec. XIV) e poi di Pandolfo Malatesta (1405), passò nel 1428 alla Repubblica di Venezia, che nel 1454 lo concesse in feudo a Bartolomeo Colleoni.§ Il nucleo storico dell'abitato si trova oltre la porta Garibaldi, antica porta urbica da cui parte l'antico fossato, fiancheggiato da una passeggiata. Risalgono al Medioevo la casa del Capitano (con lo stemma di Bartolomeo Colleoni nella facciata) e i resti dell'ex convento di Santa Chiara (pregevoli soprattutto il chiostro e la cappella con affreschi del sec. XV). Della rocca, costruita intorno al Mille, rimane solo una possente torre dei sec. XIV-XV. Del sec. XV è la parrocchiale di Sant'Agata, con facciata ottocentesca, che conserva dipinti del Talpino e di G. P. Cavagna. Del 1476 è la chiesa di Santa Maria dell'Incoronata, appena fuori dall'abitato, con all'interno numerosi affreschi coevi. Notevole il secentesco Palazzo Comunale, con orologio meccanico coevo su un lato.§ A partire dal 1958 il quadro economico ha subito una profonda trasformazione, con l'insediamento di impianti industriali, operanti nei settori meccanico, tessile, alimentare, dell'abbigliamento, del legno e dei materiali per l'edilizia. Meno praticati sono l'attività agricola (foraggi e frutta) e l'allevamento di bovini da carne.§ Ermanno Olmi vi girò il film L'albero degli zoccoli (1978).

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