Memmi, Albert

scrittore tunisino di lingua francese (Tunisi 1920). Professore di filosofia a Tunisi e, dal 1970, all'Università di Parigi, ha vissuto e descritto la condizione di emarginato, in quanto ebreo, sia dalla cultura araba sia da quella occidentale. Il tema dell'alienazione culturale è affrontato in numerosi saggi: Portrait du colonisé, précédé du portrait du colonisateur (1957; Ritratto del colonizzato preceduto dal ritratto del colonizzatore), Portrait d'un Juif (1964; Ritratto d'un ebreo), La libération du Juif (1966), Juifs et Arabes (1974), La dépendance (1979), La terre intérieure (1976), Le racisme (1982), e nei romanzi La statue de sel (1952), Agar (1955), Le scorpion (1969). Il romanzo storico Le désert (1977) pone, in una forma sinuosa, elegante, colorata, la questione del potere, mentre Le Pharaon (1988) risolve con una sconfitta la lacerazione interiore fra due patrie e due culture. Nel 1970 ha curato l'importante Anthologie des écrivains français et du Maghreb cui ha dedicato il saggio Ècrivains francophones du Maghreb (1984). Notevole è la raccolta poetica Le Mirliton du Ciel (1990; Lo zufolo del cielo). Memmi ha continuato a esprimere la sua esperienza ricca e dolorosa di uomo tributario di tre culture: ebraica, araba e francese. Nel 1993 ci offre un autoritratto in forma di dizionario in À contre-courants (Controcorrente), una sorta di inventario critico del pensiero contemporaneo. I ricordi autobiografici sono al centro di Le juif et l’autre (1995; L'ebreo e l'altro); sempre nel 1995 escono Ah, quel bonheur (Ah, che felicità), 66 articoli scelti tra quelli che l'autore spedisce al Journal de Genève e dei testi inediti sull'arte della felicità, sull'onda di Bonheurs, 52 semaines (1992; Felicità, 52 settimane) che conta altrettanti testi corti che affrontano temi che vanno dall'umorismo al patetico, dal quotidiano all'eterno.

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