Moratín, Nicolás Fernández de-

poeta e commediografo spagnolo (Madrid 1737-1780). Laureatosi in legge a Valladolid, all'avvento di Carlo III si stabilì a Madrid, dove esercitò l'avvocatura prima di essere nominato professore di poetica nel Colegio Imperial e riunì intorno a sé, in una sorta di accademia privata (la cosiddetta Tertulia de la Fonda de San Sebastián), famosi letterati. Sostenitore del neoclassicismo francese, nei discorsi intitolati Desengaños al teatro español (1762-63) esaltò le commedie antiche e attaccò il teatro spagnolo del Cinquecento e del Seicento, in particolare gli autos sacramentales di Calderón, che accusò anche di immoralità e di irriverenza, provocando la definitiva proibizione (1765) di tali spettacoli. Per il teatro scrisse, secondo le rigide norme dei modelli classici francesi, una commedia, La petimetra (1762; La civetta), e tre tragedie, Lucrecia (1763), Hormesinda (1770) e Guzmán el Bueno (1777; Guzmán il Buono), che non incontrarono il favore del pubblico. Più fortunato e assai meno innovatore fu Moratín come poeta. La raccolta El poeta (1764; Il poeta) contiene liriche notevoli e giustamente famose (Fiesta de toros en Madrid, Don Sancho en Zamora, Oda a Pedro Romero, torero insigne) ispirate ai romances antichi e alle composizioni di Góngora e degli altri poeti del siglo de oro. Scrisse inoltre il poema storico-didascalico La Diana o el arte de la caza (1765; Diana ovvero l'arte della caccia) e il poemetto epico Las naves de Cortés destruidas (La distruzione delle navi di Cortés).

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