NEP (economia)

sigla del russo Novaja Ekonomičeskaja Politika (Nuova Politica Economica). Parziale ritorno in URSS all'economia di mercato deciso dal X Congresso del PCUS (marzo 1921). Descritta da Lenin, che ne era stato l'ispiratore, come un “sistema transitorio misto”, partecipe di elementi capitalistici privati e di elementi collettivistici, la NEP (definita dallo stesso Lenin una “ritirata strategica” e fortemente avversata dai trotzkisti) servì a superare i risentimenti suscitati dal “comunismo di guerra” soprattutto nei contadini e a preparare la strada al socialismo permettendo al potere centrale di rafforzare le strutture del sistema. I principali provvedimenti adottati nel corso della NEP furono la sostituzione delle requisizioni con un'imposta agricola in natura accompagnata dal ripristino del libero movimento dei prodotti agricoli, il decentramento del sistema di produzione industriale attraverso l'istituzione di unità operative (trust) finanziariamente e commercialmente autonome, la denazionalizzazione delle piccole imprese. La NEP, che aveva determinato, fra l'altro, il rafforzamento dei kulaki (contadini ricchi), cominciò a perdere importanza nel 1925, un anno dopo la morte di Lenin, fino a essere eliminata con la svolta attuata da Stalin nel 1927 e il lancio della politica dei piani quinquennali.

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