Natòli, Salvatóre

filosofo italiano (Patti, Messina, 1942). Docente di filosofia politica a Milano e attualmente di filosofia teoretica presso l'Università di Venezia, ha affrontato il tema dello statuto della filosofia prima in chiave di rapporto tra epistemologia e storia delle idee (Soggetto e fondamento. Studi su Aristotele e Cartesio, 1979) e successivamente tra ermeneutica e genealogia, esponendo i modelli dei pensatori che compaiono nel titolo Ermeneutica e genealogia: Filosofia e metodo in Nietzsche, Heidegger, Foucault (1981); qui la dialettica nietzschiana del tragico viene assunta come dialettica della lacerazione, rispetto alla quale l'ermeneutica e la genealogia sono appunto le determinazioni di una filosofia dell'espressione, per esempio, in L’esperienza del dolore: le forme del patire nella cultura occidentale (1986), Giovanni Gentile filosofo europeo (1989), Vita buona vita felice: scritti di etica e politica (1990). Sempre al farsi e al rappresentarsi della filosofia è dedicato Teatro filosofico. Gli scenari del sapere tra linguaggio e storia (1991), in cui i temi del tempo, della storia e delle idee vengono visti nel loro continuo intrecciarsi e nel loro essere scena umana sulla scena filosofica. Gli interessi etici e psicologici a lungo coltivati hanno trovato espressione nel libro La felicità: saggio di teoria degli affetti (1994) e soprattutto in Dizionario dei vizi e delle virtù (1996), che raccoglie gli interventi comparsi su Avvenire. In seguito Natoli ha pubblicato i saggi La felicità di questa vita (2000), Stare al mondo (2002) e Parole della filosofia o dell'arte di meditare (2004), La verità in gioco. Scritti su Foucault (2005), Guida alla formazione del carattere (2006).

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