Nielsen, Asta

attrice cinematografica danese (Vesterbro, Copenaghen, 1883-Copenaghen 1972). Tra le maggiori interpreti dell'arte del film, fu definita “la Duse dello schermo” e, in contrapposizione alla “divina” Garbo, la “umana”. Già nota sulle scene, cui tornò nel 1926 per spettacoli di pantomima e una memorabile Signora dalle camelie, esordì clamorosamente in cinema nel 1910 con un melodramma erotico, Afgrunden (Abisso), che ne stabilì subito la popolarità. Per cinque anni il suo regista (e primo marito) Urban Gad la guidò in Danimarca e in Germania in una serie di pellicole di poco valore, che però, grazie al suo talento, la consacrarono prima diva europea. La sua versatilità (dal dramma a forti tinte alla commedia sbarazzina), le sue virtù trasformistiche (celebre il suo Amleto-donna del 1920) e la straordinaria gamma dei suoi mezzi mimici la resero insuperabile nella raffigurazione congiunta delle grandi passioni e dei minimi stati d'animo, i “semitoni del sentimento” (U. Barbaro), specie nei suoi capolavori: La via senza gioia (1925) di G. W. Pabst e, ancor più, Tragedia di prostituta (1927) di Bruno Rahn. Girò l'ultimo film nel 1932, respinse le vantaggiose offerte del nazismo e tornò a recitare nei teatri danesi, fino al 1939.

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