comune in provincia di Terni (67 km), 325 m s.m., 281,16 km², 20.272 ab. (orvietani), patrono: Maria Santissima Assunta (15 agosto).

Generalità

Situata nell'Umbriasudoccidentale, la città è arroccata su una rupe tufacea che si erge sulla pianura alluvionale del fiume Paglia. Il centro storico presenta una tipica impronta medievale, con pianta irregolare e vie strette e tortuose. Ai piedi del colle, lungo la ferrovia, si trova il nucleo più recente di Orvieto Scalo, collegato alla città alta da una funicolare (che nell'Ottocento funzionava ad acqua, oggi completamente ammodernata) e da un ascensore. Nel sottosuolo di Orvieto si celano cavità artificiali che danno vita a un intricato labirinto di cunicoli, gallerie, cisterne, pozzi, cave e cantine, testimonianza dei problemi che l'insediamento sulla rupe ha da sempre comportato per i suoi abitanti, soprattutto per quanto riguarda l'approvvigionamento dell'acqua e la conservazione degli alimenti. Il trascorso storico di questa città traspare anche da altre singolari caratteristiche, rappresentate dai colombari, dalle cave di pozzolana o dai frantoi sotterranei. È sede vescovile.

Storia

Importante centro etrusco decaduto in epoca romana, la città si riprese e divenne nuovamente fiorente nell'alto Medioevo e in età comunale, quando estese il suo dominio fino a Orbetello. Turbata da vivaci movimenti ereticali e dilaniata dalle contese tra guelfi e ghibellini, fu sottomessa alla Chiesa nel 1354 dal cardinale Albornoz. All'epoca del “grande scisma”, fu soggetta a varie signorie esterne finché nel 1448 ritornò durevolmente al papa. Dopo la parentesi napoleonica, fu incorporata nella delegazione di Viterbo, ma nel 1831 riebbe la dignità di capoluogo. Nel 1860 fu occupata dalle truppe sabaude.

Arte

Numerose sono le testimonianze etrusche, rappresentate dai resti di templi venuti alla luce in vari punti della città. L'arte romanica è invece rappresentata da begli esempi d'architettura religiosa, come le chiese di Sant'Andrea e di San Giovenale (sec. XI-XII). L'esempio più significativo della transizione dal romanico al gotico è dato dal Palazzo del Popolo (scalone esterno, merlatura, loggia, trifore congiunte), che prospetta sulla suggestiva piazza omonima. Dalla fine del Duecento fino a tutto il Cinquecento le energie artistiche di Orvieto furono assorbite dalla realizzazione di quella grandiosa impresa che è il duomo. Iniziato nel 1290 sul modello del duomo di Siena, ha una grande facciata a trittico di Lorenzo Maitani; il rosone è dell'Orcagna; pregevoli sono i rilievi di scultori senesi e pisani. I fianchi, l'abside e l'interno sono decorati con paramento murario a liste bianche e nere. All'interno si conservano importanti opere d'arte: una Madonna a fresco di Gentile da Fabriano (1452); il ciclo della cappella di San Brizio di Luca Signorelli, Beato Angelico e Benozzo Gozzoli; il reliquiario del Corporale, di Ugolino di Vieri, capolavoro dell'oreficeria gotica. Il pozzo di San Patrizio fu costruito da Antonio da Sangallo il Giovane tra il 1527 e il 1532; l'opera idraulica, all'avanguardia rispetto alle capacità tecnologiche dell'epoca, venne commissionata da Clemente VII per garantire l'approvvigionamento idrico della città in caso di assedio. Il pozzo, cilindrico, è profondo 62 m e largo 13 m, con 72 finestre che si aprono nella parete interna; due scale elicoidali, che non si incontrano mai, garantiscono la discesa e la salita nel pozzo. I principali musei sono il Museo Faina, nel quale sono raccolti reperti archeologici, e il Museo dell'Opera del Duomo, che contiene dipinti di Simone Martini, sculture di Nino Pisano, Lorenzo Maitani, Arnolfo di Cambio e Giovanni Pisano, intagli, oreficerie, arredi sacri.

Economia

L'economia cittadina vede tuttora un ruolo significativo dell'agricoltura, caratterizzata dalle coltivazioni tradizionali dell'olivo e della vite (con produzione di orvieto e rosso orvietano DOC), di cereali, ortaggi, frutta e foraggi. Le attività industriali sono concentrate nei settori meccanico, tessile, dell'abbigliamento e del mobile. Notevole importanza ha il movimento turistico, favorito dal grande interesse storico e artistico della città, che dà impulso all'edilizia (miglioramento delle strutture ricettive) e all'artigianato artistico (produzione di ceramica, lavorazione dei metalli, del cuoio, del legno e del merletto).

Curiosità

Tra le manifestazioni popolari, la più importante è la festa del Corpus Domini, nella quale con un corteo storico viene ricordato il “miracolo di Bolsena”, in cui un'ostia stillò gocce di sangue a conferma della reale presenza di Cristo nell'eucarestia (1264). Di notevole richiamo internazionale sono il Festival Internazionale del Teatro di Strada e Umbriajazz Winter, edizione invernale della rassegna musicale che si tiene in estate a Perugia. Appena fuori dall'abitato, ai piedi della rupe, si trova la necropoli etrusca del Crocifisso del Tufo: databile tra la metà del sec. VI a. C. e il sec. III a. C., è molto interessante per la disposizione delle piccole tombe a camera, scavate nel tufo e allineate lungo vere e proprie vie sepolcrali, che richiamano chiaramente una struttura urbana, organizzata secondo un preciso e antichissimo “piano regolatore”; le tombe, ognuna delle quali reca il nome del defunto inciso sull'architrave, hanno restituito ricchi corredi di vasi etruschi e attici.

Bibliografia

M. Tordi, Orvieto, Roma, 1950; R. Bonelli, Il duomo di Orvieto e l'architettura del '200-'300, Città di Castello, 1952; M. Bizzarri, La necropoli di Crocifisso del Tufo di Orvieto, Firenze, 1962; G. M. Della Fina, Ricerca dell'antico in Orvieto, Roma, 1989.

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