Ostrovskij, Aleksandr Nikolaevič

autore teatrale russo (Mosca 1823-Ščelykovo, Kostroma, 1886). Studente di legge a Mosca, e quindi impiegato in un tribunale di commercio, nel 1885 fu nominato direttore dei Teatri imperiali di Mosca. Autore fra i più rappresentativi del teatro dell'Ottocento, considerato addirittura accanto a Griboedov e a Gogol come il più geniale drammaturgo russo, imbevuto di spirito nazionale, si affermò soprattutto grazie ai suoi drammi e alle sue commedie di costume, in cui dipinse con realistica aderenza la vita e la psicologia dei proprietari terrieri, dei nobili, dei burocrati, degli attori di provincia, ma soprattutto dei mercanti, dei quali colse mirabilmente la mentalità grossolana, ostinata, dispotica. Tra i tanti titoli di questo periodo dell'attività di Ostrovskij (Povertà non è vizio, 1854; La fidanzata povera, 1854; Non puoi vivere come ti pare, 1855; Un posto redditizio, 1857; La pupilla, 1859) merita particolare rilievo L'uragano (1860), per il pathos di tragica fatalità che avvolge la figura di Katerina, creatura schietta, che non regge all'oppressione subita in seno alla rozza famiglia di mercanti di cui è entrata a far parte e che è dominata dalla suocera autoritaria. Nel periodo successivo Ostrovskij scrisse drammi storici (Voivoda, 1865; Il falso Demetrio, 1867; Tušino, 1867), opere sul mondo degli attori (tra cui notevole La foresta, 1871) e la poetica “favola primaverile” La fanciulla di neve (1873), ispirata a un'antica leggenda popolare. Più vicino al teatro occidentale, più interessato all'intreccio che alla pittura di costume, apparve Ostrovskij nella terza fase della sua attività, alla quale appartengono, fra l'altro, I lupi e le pecore (1875) e Senza dote (1879), la cui protagonista Larisa fu paragonata, come già Katerina de L'uragano, a Madame Bovary.

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