Pètri, Èlio

regista cinematografico italiano (Roma 1929-1982). Critico e organizzatore culturale, sceneggiatore e assistente (specie di G. De Santis), documentarista, esordì con L'assassino (1961) e si dimostrò autore maturo (anche del soggetto originale) con I giorni contati (1962), film che bene innestava, sulla radice neorealistica, una problematica esistenziale e un linguaggio moderno, da nouvelle vague. Più incerto nei successivi Il maestro di Vigevano (1963) e La decima vittima (1965), si riaffermò con la requisitoria sociale A ciascuno il suo (1967), da L. Sciascia, iniziando il sodalizio con lo sceneggiatore U. Pirro. Dopo Un tranquillo posto di campagna, su un tessuto psicanalitico (1968), diresse Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970, premio Oscar come miglior film straniero nel 1971), interpretato da G. M. Volonté come il successivo La classe operaia va in paradiso (1971): due modelli di cinema civile, sanguigno, incentrati sull'alienazione. Meno lucido invece La proprietà non è più un furto (1973), dedicato alla nevrosi “da denaro” (dopo quelle “da potere” e “da lavoro”), ma in cui si evidenzia, attraverso la forma ridondante e aggressiva, una delusione politica di fondo che in Todo modo (1976, ancora da Sciascia e ancora con Volonté) assume lugubri cadenze profetiche e in Buone notizie (1980) scomposti toni apocalittici. Per la televisione aveva curato nel 1978 un adattamento da Le mani sporche di Sartre. Nel 1981 esordì in teatro con la regia di L'orologio americano, di A. Miller, per lo Stabile di Genova.

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