Panamá, canale di-

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Generalità

Canale artificiale che collega l'oceano Atlantico all'oceano Pacifico, tagliando l'omonimo istmo dell'America Centrale. "Per le cartine tematiche vedi il lemma del 14° volume." "Vedi le due carte tematiche a pagina 397 del XVI volume." Interamente compreso nella ex Zona del Canale di Panamá, esso si snoda per 81.300 m dalla baia di Limón (Mare delle Antille) al golfo di Panamá (oceano Pacifico), con una profondità variante da 12,5 m a 13,7 m e una larghezza compresa tra 91,4 e 1150 m, nei tratti in terraferma, e 240-300 m nel lago di Gatún. Procedendo da NW a SE, dopo aver passato le tre chiuse di Gatún (lunghe 304,8 m, larghe 33,52 m e profonde 21,3 m), si attraversa il lago di Gatún, situato a 25,9 m sul livello del mare e ottenuto dallo sbarramento del fiume Chagres; oltrepassati il passo della Culebra e le chiuse di Pedro Miguel, si raggiunge il lago di Miraflores, a 16,5 m sul mare; superate infine le due chiuse di Miraflores, delle stesse dimensioni delle precedenti, il canale sbocca nel golfo di Panamá poco dopo Balboa. Le chiuse sono a doppio sistema e permettono il transito contemporaneo nei due sensi. La via d'acqua abbrevia di molto il percorso tra i due oceani che prima veniva compiuto circumnavigando l'America Meridionale; il maggior vantaggio viene agli Stati Uniti, che effettuano anche la maggior parte del traffico: la distanza via mare tra San Francisco e New York, per esempio, passa da 13.155 a 5280 miglia marine. Nel 1996 sono transitate attraverso il canale 13.700 navi di oltre 300 t di stazza: il carico trasportato dal naviglio commerciale dal Pacifico all'Atlantico è stato di 62.426.847 t e quello dall'Atlantico al Pacifico di 96.845.771 t. Pressoché parallele al tracciato del canale, si snodano la ferrovia transistmica (77 km) e la rotabile (133 km) che collegano le città di Panamá e Colón. In inglese, Panama Canal; in spagnolo, Canal de Panamá.

Cenni storici

L'idea di unire i due oceani con una via d'acqua è molto antica e sembra che gli Aztechi avessero già elaborato un progetto. Nel sec. XVI Carlo I aveva mandato degli esploratori per individuare possibili tracciati. Ma solo all'inizio del sec. XIX si entrò nel vivo del problema. Nel 1848 la Colombia – cui non sfuggiva l'importanza di un canale tra l'Atlantico e il Pacifico – diede in concessione a cittadini statunitensi la costruzione di una ferrovia attraverso l'istmo. La ferrovia fu pronta nel 1855; ebbe grande successo, ma le trattative per un canale non fecero passi avanti. Non erano pochi in realtà (specie negli Stati Uniti) coloro che reputavano più vantaggiosa la costruzione di un canale in Nicaragua, più lungo, ma in condizioni ambientali più facili. Alla fine del 1878 il francese Ferdinand de Lesseps, già famoso per aver costruito il canale di Suez, ottenne la concessione dalla Colombia e nel 1881 incominciò le opere di scavo per conto di una Compagnia Universale sostenuta da capitali privati francesi. Dopo anni di lavoro durissimo dovuto al clima micidiale, all'incompetenza della zona, alla sfortuna e a gravi irregolarità finanziarie, il progetto fu abbandonato nel 1889 e la Compagnia posta in liquidazione. Un'altra compagnia francese rilevò la concessione e i macchinari arrugginiti, non per proseguire i lavori, ma per vendere la concessione al miglior offerente. In quel momento gli Stati Uniti, abbandonato il progetto nicaraguense, decisero di rilevare l'impresa e nel 1903 stipularono un accordo con la Colombia secondo il quale per cento anni gli Stati Uniti avrebbero potuto stabilirsi in una fascia di territorio panamense larga 10 km e lunga da costa (atlantica) a costa (sul Pacifico) in cambio di un esborso immediato di dieci milioni di dollari e di un'indennità annua di altri 250.000 dollari; ma il progetto poté realizzarsi solo con la creazione dello Stato di Panamá, con cui gli Stati Uniti stipularono il Trattato di Hay-Bunau-Varilla (1903). Questo concedeva il possesso perpetuo di una striscia di terra larga 16 km attraverso l'istmo “come se vi fossero sovrani”; nasceva così un protettorato statunitense denominato Zona del Canale di Panamá. In cambio gli Stati Uniti si impegnavano a “mantenere l'indipendenza della Repubblica di Panamá” e a pagare 10 milioni di dollari in oro e una rendita annua di 250.000 dollari (aumentata a 430.000 nel 1936 e a 1.930.000 nel 1955). Washington, ottenuta la concessione, accettò l'offerta di liquidazione della società francese e i lavori furono continuati sotto la direzione del Genio militare (colonnello G. Gethals, maggiore D. Gaillard) con un progetto a chiuse assai più modesto di quello di de Lesseps. Nell'agosto 1914 la grande opera fu portata a compimento. Il 1º ottobre 1979 la sovranità della Zona del Canale è stata trasferita alla Repubblica del Panamá; contemporaneamente è stato disposto per il canale un regime di neutralità per renderlo aperto alle navi di tutti i Paesi. Il 31 dicembre 1999, in base al trattato firmato il 7 settembre 1977, ha avuto termine il contratto d'affitto della Zona del Canale agli Stati Uniti.

G. Mack, A History of the Panama Canal and Other Isthmian Projects, New York, 1944; C. D. Arroyo, Panamá y los Estados Unidos ante el problema del Canal, Panamá, 1966; J. P. Speller, The Panama Canal, the Heart of America's Security, New York, 1972; V. Martini, Il canale di Panamá, Firenze, 1986.

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