Pecenèghi

popolazione turco-tatara originaria del bacino dell'alto corso dell'Irtyš (Siberia). I Peceneghi, allevatori nomadi organizzati in tribù guidate da capi militari e rette da un consiglio di anziani, migrarono dal bassopiano turanico in Europa raggiungendo nel sec. IX il Dnepr e costituendo una costante minaccia per la Russia kieviana e per l'Impero bizantino, che tuttavia cercarono spesso la loro alleanza. Dopo la disfatta dei Bulgari per opera di Basilio II (1014), i Peceneghi si spinsero profondamente nella Penisola Balcanica puntando su Costantinopoli. Alessio I Comneno li arrestò una prima volta (1087-88) e una seconda, alleatosi coi Cumani, li sterminò (battaglia del monte Lebunion, 1091), rompendo un piano di accerchiamento concertato tra i Peceneghi e i Turchi provenienti dal mare. I Peceneghi furono più tardi annientati da Giovanni II (1121-22) e di questo popolo, rimasto sempre refrattario agli influssi delle civiltà bizantina e slava, non rimasero tracce.

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