Penati

sm. pl. [sec. XVI; dal latino Penātes, da penus-ŏris, ripostiglio delle provviste]. Divinità domestiche dell'antica religione romana. Erano il simbolo stesso della famiglia: ogni famiglia venerava i propri Penati e ne trasmetteva il culto per eredità insieme ai beni patrimoniali. I Penati, forse originariamente le effigi dei capostipiti, poi fissati in immagini stereotipe di divinità gentilizie, venivano venerati e conservati nella parte più interna della casa (penus). Il loro culto prevedeva sacrifici sia quotidiani sia occasionali. Oltre ai Penati delle singole famiglie, esistevano anche i Penati pubblici, ossia i Penati dello Stato romano che si facevano risalire a Troia, almeno da quando s'impose il mito delle origini troiane di Roma. I Penati pubblici erano venerati sia in Roma, in un tempio sulla Velia (dove appaiono due giovani seduti con la lancia in pugno; uguale raffigurazione all'interno di un tempio si trova nel rilievo dell'Ara Pacis con Enea che sacrifica ai Penati la scrofa di Laurento) e forse nel penus del tempio di Vesta, sia in Lavinio, dove si credeva fossero le immagini originali portate da Enea. Un sacrificio ai Penati di Lavinio era prescritto ai consoli al momento del loro ingresso in carica. Talvolta i Penati pubblici sono identificati con i Dioscuri.

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