Pisistràtidi

(greco Peisistratídai), i figli di Pisistrato, Ippia e Ipparco, che alla morte del padre ne continuarono la politica e la tirannide in Atene. La tradizione è molto incerta su quale dei due fratelli succedesse effettivamente al padre: Ippia per Erodoto e Tucidide, Ipparco secondo una tradizione più popolare; tutti e due insieme per Aristotele; tuttavia i moderni propendono per Ippia. Il suo governo, seguendo le direttive del padre, fu nei primi anni molto mite, ma divenne duro e intollerabile dopo l'assassinio del fratello Ipparco compiuto da Armodio e Aristogitone per motivi personali e privati secondo gli storici. Di questo stato di cose approfittarono i fuorusciti ateniesi: assicuratisi l'appoggio dei sacerdoti di Delfi e tramite loro di Sparta, guidati dagli Alcmenoidi, gli esuli, che già nel 513 avevano fatto un primo tentativo contro il tiranno, nel 510 riuscirono ad avere la meglio su di lui. Ippia si arrese e lasciò l'Attica ritirandosi a vita privata nel suo possesso del Sigeo.

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