Porto-Novo

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capoluogo della di Ouémé e capitale del Benin, 257.000 ab. (stima 2007).

Situata sulla laguna costiera di No-Koué, presso il confine con la Nigeria. La città mostra un tipico impianto coloniale e ospita, tra le istituzioni culturali, il Museo Etnografico di Porto-Novo, che costituisce un interessante sguardo sul passato del Paese; il Museo Honmé ubicato all'interno del Palazzo del re Toffa; il Museo da Silva, che celebra invece l'importante influenza afro-brasiliana sulla cultura locale. Di notevole interesse è il Centro Songhai, afferente all'organizzazione non governativa nata nel 1985, il cui progetto costitutivo testimonia un interessante esempio di comunità che si auto sostiene; nel tempo, è diventato un innovativo motore per tematiche come l'agricoltura sostenibile, l'impiego delle risorse locali, il riciclaggio, la formazione. Tra gli edifici di culto, si ricorda la Grande Moschea policroma, edificata architettonicamente sull'impianto di una chiesa cattolica. § I portoghesi vi arrivarono nel corso del sec. XVII e ne fecero un porto originariamente legato al commercio di schiavi. Nel 1863 gli inglesi bombardarono la città, spingendo il regno di Porto-Novo a chiedere la protezione francese. Nel 1883 venne inglobata alla colonia francese del Dahomey − che assumerà poi la denominazione di Repubblica del Dahomey dopo il raggiungimento dell'indipendenza, nel 1960 e di Benin, nel 1975 − di cui, nel 1900, divenne capitale. § La città, oltre che attivo porto commerciale con industrie tessili (cotone), alimentari (oleifici) e chimiche, è anche il centro agricolo della regione e l'olio di palma ne è il prodotto principale. Nel 1990, dopo la scoperta di giacimenti off shore di petrolio, ha preso avvio un importante flusso di esportazione. Collegata per ferrovia a Pobé e a Cotonou.

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