Pratési, Giovanni

ballerino e coreografo italiano (Milano 1863-1938). Figlio d'arte, fu allievo del padre, Ferdinando (Milano 1831-1879), anch'egli ballerino e coreografo, attivo al Teatro alla Scala e al Teatro Regio di Torino nella seconda metà del sec. XIX. Come ballerino, Giovanni ottenne un buon successo in Russia e a Londra, dove fece anche le sue prime prove coreografiche. Il suo primo balletto per la Scala, Bacco e Gambrinus (1904), e il successivo Luce (1905) su musiche di Romualdo Marenco (già collaboratore del padre), erano influenzati in parte dal gusto per il “ballo grande” all'italiana del contemporaneo Manzotti (di cui Marenco era collaboratore stabile), in parte venati di un più evidente tradizionalismo tardoromantico che sfocierà nel consolatorio, affettuoso provincialismo di Vecchia Milano (1928), ultimo lavoro di Pratesi per la Scala, che vide il debutto sulle scene, giovanissima allieva del primo corso, di Giuliana Penzi. L'ultima fatica di Pratesi fu una ripresa per il Teatro San Carlo a Napoli dell'Excelsiordi Manzotti (1931).

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