Purcell, Henry

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compositore inglese (Londra 1659-1695). Appartenente a una famiglia di musicisti, si formò e fu prevalentemente attivo nell'ambito della cappella reale londinese nel periodo della restaurazione: da ragazzo vi fu corista, nel 1677 divenne compositore per l'orchestra d'archi del re, nel 1679 organista nell'abbazia di Westminster e nel 1682 anche della cappella reale, nel 1683 sovrintendente agli strumenti del re e nel 1685 clavicembalista della “musica privata” del nuovo re Giacomo II. Saldamente radicata nella tradizione rinascimentale e barocca inglese, l'esperienza compositiva di Purcell risente chiaramente dell'influsso della musica italiana e francese contemporanea e fonde tutte queste componenti in una produzione di straordinaria ricchezza e originalità, che non trovano riscontro nell'Inghilterra del suo tempo e ne fanno uno dei maggiori protagonisti del barocco europeo. Nella sua prima produzione si nota un rilevante interesse per la musica strumentale: agli anni giovanili risalgono le 15 Fantasie per viole (ca. 1678-80) che, riprendendo genialmente un genere tipicamente inglese, rivelano un eccezionale magistero contrappuntistico, elemento caratteristico dello stile di Purcell. Nel 1683 furono pubblicate le 12 Sonate a tre, improntate invece a modelli italiani (senza data sono altre 10 Sonate a quattro, che comprendono, fra l'altro, una magistrale Ciaccona). Gli ultimi anni dell'attività di Purcell furono invece essenzialmente dedicati alla musica teatrale: a eccezione di Dido and Aeneas, vera e propria opera, anche se breve e scritta per una rappresentazione privata (1689), si tratta di musiche di scena, destinate a costituire una parte più o meno rilevante, da un punto di vista quantitativo, di uno spettacolo teatrale (dove le parti dei protagonisti erano comunque affidate alla sola recitazione e dove aveva rilevante peso anche il fasto scenografico). Accanto agli oltre quaranta lavori per i quali Purcell scrisse musiche di scena occupano un posto particolare, per il rilievo che vi assume la parte musicale, The Prophetess, or the History of Dioclesian (1690), King Arthur (1691), The Fairy Queen (1692), The Indian Queen (1695) e The Tempest (1695), opere tutte che insieme a Dido and Aeneas rivelano la ricchezza fantastica e le capacità di individuazione drammatica di Purcell. Le sue singolari attitudini alla musica vocale sono testimoniate dalla popolarità di cui godettero a lungo i songs; ma molto significativa è anche la copiosa produzione di odi (pezzi celebrativi per varie ricorrenze di corte), cantate, anthems e altra musica sacra.

S. Demarquez, Purcell, la vie, l'œuvre, Parigi, 1951; R. Sietz, Henry Purcell, Zeit, Leben, Werk, Lipsia, 1956; R. E. Moore, Henry Purcell and the Restoration Theatre, Londra, 1961; G. Jobert, Henry Purcell: l'homme et le musicien, Parigi, 1985.

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