Róma, città apèrta

film italiano (1945) di R. Rossellini. Fu il primo classico della tendenza poi chiamata neorealismo. “Lo sforzo che facevo era di prendere coscienza degli avvenimenti nei quali ero rimasto immerso, dai quali ero stato travolto” ha scritto l'autore nel 1972. È l'opera di un uomo, di un cineasta uscito dal fascismo, che si accosta alla Resistenza “dal vivo” e ne prende atto, per le strade di Roma appena liberata, trasferendo su pellicola scaduta e con mezzi di fortuna avvenimenti e ambienti, personaggi e clima di un'esperienza totalmente nuova, captata con lucidità esaltante. Tre figure inedite, la popolana combattiva e sacrificata (A. Magnani), il comunista (M. Pagliero) e il prete (A. Fabrizi) accomunati dalla tortura, dall'eroismo e dalla morte, si stagliano sulla cronaca esemplarmente nuda e veramente rivoluzionaria di un momento irripetibile di angoscia, di consapevolezza e di lotta.

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