Rùsteghi, I-

commedia in tre atti, in dialetto veneziano, di C. Goldoni (1760). Vi è delineato il contrasto tra la brontolona nostalgia del passato da parte di quattro vecchi “rusteghi” (Lunardo, Canciano, Simone e Maurizio), chiusi nella loro mentalità retriva, e il desiderio di vita e di allegria da parte delle tre mogli (il quarto “rustego” è vedovo) che intrigano perché Lucieta, figlia di Lunardo, possa conoscere prima del matrimonio il giovanotto che le è stato segretamente destinato. Per le donne e i giovani parteggia lo stesso Goldoni, insoddisfatto dell'etica borghese tradizionale, fondata sul guadagno, sul piatto buon senso, sulla quiete domestica, e aperto alla cultura, alla socievolezza, al dialogo: le nuove virtù che i “rusteghi”, nel loro misoneismo, considerano vizi e debolezze. Rappresentata per la prima volta al teatro S. Luca di Venezia il 16 febbraio 1760, è rimasta in repertorio nelle compagnie venete (si ricordano le edizioni di Zago, Giachetti, Baseggio, ecc.) ed è stata riproposta al festival veneziano nel 1946 con regia di R. Simoni e nel 1969 con regia di L. Squarzina. Nel 1906 la commedia è stata musicata, col titolo I quattro rusteghi, da E. Wolf-Ferrari, su libretto di G. Pizzolato.

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