Rivette, Jacques

regista cinematografico francese (Rouen 1928- Parigi 2016). Tra i maggiori, anche se a suo tempo meno fortunati, esponenti della nouvelle vague, la anticipò col lavoro di critico ai Cahiers du Cinéma (dal 1952), col cortometraggioLe coup du berger (1956), che postulava il rinnovamento linguistico, con l'intenso e inquietante Paris nous appartient (1958-60). Cineasta dei “tempi lunghi”, dopo La religieuse (1965-66), tratto da Diderot, che fu al centro di un “caso” censorio in Francia, effuse la propria raffinata sperimentazione intellettuale, ottenendo il meglio in opere di tre-quattro ore abbondanti: L'amour fou (1967-68), Out 1: Spectre (1971-72), la cui versione originale Out 1: Noli me tangere (1970) superava le dodici ore, Céline et Julie vont en bateau (1973-74). Ha girato in seguito Le pont du Nord (1981), L'amour par terre (1984), La bande des quatre (1989), La belle noiseuse (1991), uscito in Italia in due versioni: l'originale di 240 minuti con sottotitoli, e una ridotta (La bella scontrosa) di 130 minuti con sostanziali variazioni. Del 1994 è Jeanne la pulcelle, sulla vicenda di Giovanna d'Arco; l'anno successivo ha diretto Haut, bas, fragile, storia di tre ragazze parigine sospesa tra quotidianità e fantasia. Come in un labirinto o in un gioco di specchi, i suoi film, ispirati al fantastico cinematografico (Lang) o al romanzesco letterario (Balzac), al rigore illuminista o ai sogni d'infanzia, si dipanano in un clima d'investigazione e di mistero punteggiato di finissima psicologia, in un libero fluire di associazioni equilibrato da esperienze esistenziali e culturali di gruppo. Nel 2007 ha diretto La duchessa di Langeais. Nel 2009 ha presentato Questione di punti di vista alla Mostra del Cinema di Venezia.

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