Sèneghe

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comune in provincia di Oristano (24 km), 305 m s.m., 57,82 km², 1972 ab. (seneghesi), patrono: san Sebastiano (20 gennaio).

Centro situato alle falde meridionali del monte Ferru, alla destra del rio di Mare Foghe. Di origine nuragica, fu compreso dal sec. XI nel Giudicato d'Arborea, di cui seguì le sorti, passando nel sec. XV sotto la dominazione spagnola. Durante questo lungo periodo fece parte del demanio regio e la sua storia fu segnata dai ripetuti attacchi dei pirati. Nel 1767 i Savoia lo concessero in feudo ai Flores Nurra, marchesi d'Arcais, che ne mantennero il possesso fino al 1839, anno dell'abolizione del regime feudale.§ Il paese conserva la quattrocentesca chiesa di Santa Maria della Rosa, con pianta a croce greca, la parrocchiale dell'Immacolata e l'oratorio del Rosario, dalle forme secentesche, tutte costruzioni molto rimaneggiate.§ L'economia si basa sull'agricoltura, che produce cereali, olive e uva da vino, sull'allevamento di ovini, caprini e bovini (il tipico bue rosso) e sull'apicoltura, con produzione di miele. Alcune aziende sono attive nei settori alimentare (caseifici e frantoi) e dei materiali da costruzione.§ Nei dintorni sorgono la chiesa romanica di San Pietro di Milis Piccinnu (sec. XII), con la facciata e il campanile a vela originari, e circa 150 tra nuraghi, tombe a tumulo, “tombe dei giganti”, dolmen, menhir e betili (pietre sacre).

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