Sītā

(sanscrito, il solco), unica moglie di Rāma, così battezzata perché nacque da un solco tracciato dal padre durante una cerimonia sacrificale per ottenere progenie. È l'eroina del Rāmāyana, incarnazione di Lakṣmī, discesa sulla terra per portare a compimento la distruzione del demone Rāvaṇa, che la rapì senza però riuscire a sedurla. Fu liberata dal marito, che uccise Rāvaṇa, e che però, non volendo credere alla sua virtù, la cacciò incinta nella foresta, a morire di stenti. Qui Sītā dette alla luce due gemelli, Kuśa e Lava, che quindici anni più tardi entrarono in conflitto col padre per il possesso di un cavallo destinato al sacrificio. Meravigliato da tanto ardire Rāma volle conoscere i valorosi giovanetti e si avvide che essi avevano le sue stesse fattezze. Preso dal rimorso, Rāma richiamò presso di sé la sposa vilipesa, discolpandola pubblicamente. Ma Sītā non lo perdonò e invocò sua madre affinché la riprendesse con sé. La terra allora si aprì e Sītā disparve nel solco che le aveva dato vita.

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