Schmidli, Werner

scrittore svizzero (Basilea 1939-2005). L'ambiente operaio di Basilea si riflette nelle opere giovanili: nel volume di racconti Der Junge und die toten Fische (1966; Il ragazzo e i pesci morti), nei romanzi in stile documentaristico Meinetwegen soll es doch schneien (1967; Per quel che mi riguarda deve nevicare) e Das Schattenhaus (1968; La casa delle ombre). Il rifiuto delle convenzioni sociali, la predilezione per personaggi che vivono ai margini di un'esistenza borghese prevale invece nella produzione degli anni Settanta del secolo scorso, tra cui si ricordano i romanzi Fundplätze (1974; Luoghi di ritrovo) e Gustavs Untaten (1976; Le malefatte di Gustavo). Nei successivi Zellers Geflecht (1979; L'intreccio di Zeller) e Ganz gewöhnliche Tage (1981; Giornate del tutto normali) tratta invece il tema del destino dell'artista colto nella sua peculiarità e dei rapporti con il mondo femminile. La tendenza all'introspezione non si coglie più nel successivo romanzo giallo Der Mann am See (1985; L'uomo sul lago) che sembra annunciare l'inizio di una nuova fase creativa, continuata con i romanzi Der Mann aus Amsterdam (1993, L'uomo di Amsterdam) e Schlitzohr (1997; L'imbroglione). Schmidli è anche autore di novelle (Kythera oder Das blaue Zimmer, 1991; Kythera o la stanza blu), radiodrammi (Die Lügen des Matthias, 1965, Le bugie di Matthias; Auseinandersetzung für zwei oder mehrere Personen, 1970, Discussione per due o più persone; Von Mensch zu Mensch, 1971, Da uomo a uomo) e fiction televisive (Der aufdringliche Herr Walser; 1974, L'invadente signor Walser).

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