Società postindustriale, La-

opera di Alain Touraine pubblicata nel 1969 con il titolo La société post-industrielle e in traduzione italiana nel 1970. La trasformazione della società e di conseguenza la necessità di adeguamento da parte degli strumenti dell'indagine sociologica sono il tema di fondo di questo libro del padre della "sociologia dell'azione". Il punto di partenza è la constatazione che la società industriale, incentrata sul processo produttivo e sullo sviluppo economico, sta cedendo il passo a un nuovo tipo di società, che l'autore definisce "postindustriale" o "programmata", in cui le decisioni e le lotte di tipo economico non sono più centrali, anche se ben presenti, e le forze di produzione sono legate piuttosto a tutti i campi della vita sociale, compresa l'educazione, il consumo, l'informazione. Le forme di dominio sociale sono cambiate e ora riguardano sostanzialmente l'integrazione sociale, la manipolazione culturale, il controllo politico. Anche i conflitti sociali hanno una natura diversa: non si definiscono più all'interno di un meccanismo economico, ma riguardano più o meno dichiaratamente l'insieme delle attività sociali e culturali. Il ruolo centrale all'interno del conflitto non è più svolto dalla classe lavoratrice operaia, ma da altri movimenti, primo fra tutti quello giovanile. L'Università ha preso il posto della fabbrica come luogo privilegiato delle nuove lotte sociali. Questa nuova situazione pone alla sociologia la necessità di indagare su se stessa e di trovare nuove metodologie di analisi. Occorre sostituire a una "sociologia dei principi", che si occupa solo delle regole di funzionamento del sistema sociale, una "sociologia delle decisioni", che si occupa della formazione dell'azione storica e analizza i comportamenti non già in rapporto a norme e regole, ma come combinazioni di influenze reciproche e di contrattazioni alla cui base più che valori ci sono obiettivi.

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