Spence, Michael

economista statunitense (Montclair, New Jersey, 1943). Specializzatosi all'Università di Harvard, dove ha anche insegnato, dal 1990 ha insegnato alla Graduate School of Business dell'Università di Standford. Dal 2011 insegna economia nella Scuola di Direzione Aziendale dell'Università Bocconi di Milano.  Nel 2001 gli è stato assegnato il premio Nobel per l'economia (con G. Akerlof e J. Stiglitz) per il suo contributo alla teoria dell'informazione, mettendo in discussione i paradigmi classici della teoria economica. In particolare Spence si è occupato dei segnali (propriamente signalling) che vengono dati dagli operatori economici in situazioni di informazione asimmetrica. Ha ipotizzato, per esempio, che il livello di istruzione del lavoratore potesse essere un buon indicatore della sua produttività per le imprese che assumono personale ma non sono in grado di giudicare a priori la loro efficienza e che i dividendi potessero essere un segnale di redditività per gli agenti finanziari. Oltre a numerosi articoli in riviste specializzate, ha pubblicato Market Signalling (1974); Signalling and screening (1976); Industrial Organization in an Open Economy (1980); Competitive Structure in Investment Banking (1983); International competitiveness (1988) scritto con Heather A. Hazard; Creating and Capturing Value Perspectives and Cases on Electronic Commerce (in collab. con G. Saloner, 2001); Intellectual property (2007); Globalization and growth implications for a post-crisis world (2011) scritto con Danny M. leipziger; The next convergence: the future of economic growth in a multispeed world (2011). Oltre al già citato Nobel, ottenuto nel 2001, nella sua carriera Spence ha ottenuto il John Kenneth Galbraith Prize nel 1979 per le sue eccellenti doti di insegnante ad Harverd e la John Bate's Clark medal nel 1982 da parte dell'American Economic Association.

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