Stàffolo

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comune in provincia di Ancona (48 km), 441 m s.m., 27,66 km², 2174 ab. (staffolani), patrono: sant’ Egidio (1° giugno).

Centro su un'altura tra le valli del fiume Musone e del torrente Cesola. È citato per la prima volta in documenti del 1078, ma la tradizione collega la sua origine all'antico centro di Staphylum. Nei sec. XII e XIII fu feudo della locale famiglia dei Cima e, intorno alla metà del sec. XIV, entrato a far parte della lega di Sarzana, subì una clamorosa sconfitta. Restaurato dal cardinale Albornoz, sostenne lotte di confine con Jesi; passò poi sotto la signoria di Francesco Sforza (1433) e nel 1517 fu gravemente danneggiato dalle truppe di Francesco Maria della Rovere.§ Il paese è ancora in gran parte circondato da mura, sulle quali si innalza un torrione. La parrocchiale di Sant'Egidio conserva un polittico del Maestro di Staffolo (sec. XV), la chiesa di San Francesco (sec. XIII e XVII) un organo Callido (1769) e tele barocche.§ Tra le colture tradizionali, oltre a cereali, barbabietole e ortaggi, prevalenti sono quelle della vite e dell'olivo (verdicchio dei Castelli di Jesi e olio extra vergine di oliva). Non meno importante è la produzione di miele, formaggi e salumi. Il settore industriale è attivo nei comparti dei materiali per l'edilizia e dell'abbigliamento.

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