Stere, Constantin

scrittore romeno (Cerepcău, Soroca, 1865-Prahova, Valacchia, 1936). Studiò a Chisinău e nel 1886, coinvolto nei moti rivoluzionari di Odessa, venne deportato in Siberia. Riuscì a tornare in Romania e si laureò in legge all'Università di Iasi, di cui divenne in seguito rettore. Accolto nell'ambiente socialista del Contemporanul (Contemporaneo), debuttò come giornalista nel 1893. Fondò con Ibrăileanu la rivista Viata Românească (La vita romena), cui collaborò dal 1906 al 1916. Egli vide nella massa contadina romena il vero proletariato e ne incoraggiò, attraverso la cultura, il progresso politico e sociale. Il suo atteggiamento filotedesco durante la prima guerra mondiale gli procurò odi e determinò l'isolamento degli ultimi anni. Tuttavia Stere ha avuto il coraggio di lasciare un romanzo in 8 volumi, apparso prima della sua morte: Sulle soglie della rivoluzione. Questo testamento pubblico presenta, a cominciare dal 1870, uomini ed eventi legati alla vita dello scrittore, il quale riflette su di essi la sua ideologia populista, contraria al rivoluzionarismo marxista, di cui si colpisce l'esponente più illustre, V. Lenin.

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