Stròzzi

famiglia fiorentina di origine popolana. Discenderebbe da Ubaldino (sec. XIII), ma il nome le deriva dal suo primogenito Strozza, che pare abbia combattuto a Montaperti (1260). Dai suoi figli Pino, Lapo, Pagno e Geri, ebbero origine quattro rami, suddivisi poi in molti altri (nel sec. XV vi erano 80 capifamiglia), che si stabilirono anche fuori della Toscana, specialmente nell'Italia centrosettentrionale. Gli Strozzi all'attività originaria di mercanti aggiunsero quella politica, ottenendo alte cariche: in Firenze 93 divennero priori e 16 gonfalonieri di giustizia. Signori e mecenati, coltivarono essi stessi gli studi e le lettere. Alcuni composero poesie, come Tito Vespasiano (1424-1505), il più noto, Ercole (m. 1508), Giovan Battista, detto il Vecchio (1505-1571), Giulio (1583-1660); Ciriaco (m. 1565) fu filosofo, Bernardo,detto il Cappuccino Genovese (1581-1644), fu pittore; Filippo il Vecchio (m. 1491) legò il suo nome a uno dei maggiori capolavori del Rinascimento fiorentino, il palazzo Strozzi, mentre il figlio Giovan Battista, detto Filippo (1489-1538), fu complesso personaggio più volte invocato nel Risorgimento d'Italia come simbolo della tendenza libertaria. Molti, specialmente nel Cinquecento, furono uomini d'armi e patteggiarono per i francesi contro gli imperiali, in odio ai Medici sostenuti da Carlo V: tale fu Leone (1515-1554), ammiraglio prima al seguito di Andrea Doria, poi di Francesco I. Anche il fratello Piero (1510-1558), intrapresa la carriera delle armi, mirò a scacciare i Medici. Uomo d'armi fu anche Filippo (1541-1582), spirito avventuroso e irrequieto. La maggior parte dei rami si estinse tra il sec. XV e il XVIII; l'ultimo discendente degli Strozzi morì nel sec. XX e il nome, concesso a una figlia, continua ancora a tramandarsi.

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