Sully, Maximilien de Béthune, baróne di Rosny, duca di-

uomo politico francese (Rosny-sur-Seine, Parigi, 1559-Villebon, Beance, 1641). Entrò dodicenne alla corte di Enrico di Navarra che si occupò della sua istruzione. Protestante, sfuggì miracolosamente alla strage di San Bartolomeo; si batté poi con il duca d'Angiò in Olanda (1576) e a fianco di Enrico di Navarra. Quando il suo protettore divenne re di Francia (Enrico IV), Sully entrò nel consiglio delle Finanze (1596) di cui divenne, di fatto, due anni dopo, il sovrintendente. La Francia attraversava una profonda crisi economica: il bilancio era fortemente passivo, gran parte dei beni della corona erano stati alienati. Sully si rivelò subito all'altezza del difficile compito e la sua opera fu di vasto respiro. Riorganizzò anzitutto (1597-1609) il sistema fiscale, annullò drasticamente i privilegi concessi ai nobili negli ultimi vent'anni, impose la paulette. Si dedicò quindi al potenziamento strutturale della Francia, dando il via a un grande programma di lavori pubblici: strade, ponti, regolazione dei corsi d'acqua, taglio di canali, prosciugamento di paludi. Favorì, in tal modo, lo sviluppo dell'agricoltura, che privilegiò rispetto all'attività industriale, proclamando la libertà di commercio dei grani. Particolare interesse dedicò allo sfruttamento delle miniere; notevole anche la sua attività nel campo delle fortificazioni. Dopo la morte di Enrico IV Sully fu una delle principali vittime del nuovo clima filocattolico di Maria de' Medici e, anche se si avvicinò al governo dopo la Pace di Laudun (1616), non ebbe tuttavia più incarichi. Il cardinale Richelieu, nel 1634, gli conferì il bastone di maresciallo.

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