Sutèra

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comune in provincia di Caltanissetta (61 km), 590 m s.m., 35,55 km², 1641 ab. (suteresi), patrono: san Paolino (martedì dopo Pasqua).

Centro dell'alta valle del fiume Platani, posto nel bacino del fiume Salito. Sorto in un territorio già abitato nel Paleolitico (come attestano numerosi manufatti ritrovati in località San Marco), subì la conquista araba e poi quella normanna. Fu sotto la signoria di vari feudatari, tra cui i Chiaramonte e i Moncada, finché nel sec. 1560 divenne città demaniale. Nel 1905 fu gravemente danneggiato da una frana staccatasi dal monte San Paolino.§ L'impianto viario del quartiere Rabato conserva evidenti tracce di matrice araba, con un intreccio di vicoli e cortili. Nella chiesa madre, dedicata all'Assunta, costruzione settecentesca che ingloba resti di una chiesa del sec. XIV e di una moschea, si ammira soprattutto la sontuosa cappella barocca del Santissimo Sacramento. La chiesa del Carmine, rifatta dopo la frana, conserva la statua marmorea della Madonna del Soccorso, opera di Bartolomeo Berrettaro (1503), mentre quella di San Giovanni Battista è decorata da pregevoli stucchi della scuola di Giacomo Serpotta.§ L'economia si basa prevalentemente sull'agricoltura (cereali, mandorle, legumi, pistacchi, olive, ortaggi e agrumi), sull'allevamento di ovini, bovini, equini e caprini e sull'apicoltura. Una certa importanza ha il turismo di villeggiatura estiva.§ Sul ripido monte San Paolino, che domina la città, oltre ai resti del castello medievale e al convento dei Filippini (sec. XVIII), si erge il santuario omonimo, di origine trecentesca, che custodisce un ricco tesoro comprendente anche due pregevoli urne di argento sbalzato, quella di San Paolino, in stile tardogotico (1496), e quella barocca di Sant'Onofrio (1649).

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